martedì 4 ottobre 2016

DA GRANDE

Quando si è bambini si hanno tanti desideri tanti sogni e tante speranze perché si è fantasiosi ed anche ingenui. Gli adulti ti chiedono che cosa vuoi fare quando sarai grande e tu bimbo alzi gli occhi in alto, ci pensi un secondo ti porti il dito indice alla bocca e rispondi felice ed orgoglioso con certezza: astronauta, ballerina, maestra, veterinario... chi più ne ha più ne metta.
Anche io quando ero bimba (quindi ieri) avevo i miei progetti mentali e trascinavo i miei genitori nei miei deliri avveniristici.
C'è stato il periodo in cui volevo volteggiare e fare piroette sui palcoscenici di tutto il mondo e ballicchiavo ad ogni pubblicità come la Fracci solo che la signora Carla faceva la "Morte del Cigno" io mi dimenavo con il sottofondo della musica di "Granato mobili". Essere un etoile non faceva per me.
Durante il primo anno delle scuole medie il mio senso di giustizia a tutti costi mi aveva fatto desiderare di diventare la Perry Mason del secolo, era scoppiato lo scandolo "Mani Pulite " ed io volevo la toga e mettere i disonesti dietro le sbarre. Beata ingenuità...
Poi un po' per caso è arrivato quel giorno, il giorno in cui ho saputo quello che volevo essere. Il postino aveva consegnato un pacchetto indirizzato a mia sorella maggiore che in quel periodo frequentava il primo anno del liceo classico. Ed io ero curiosa come un makako di sapere che contenesse questo pacco rettangolare e non appena arrivò a casa glielo diedi dicendole "è per te, apri un po'". Lo scartò, guardò il contenuto senza interesse: era un depliant di viaggi studio all'estero (i famosi cataloghi della EF per farvi capire) e mi disse di buttarlo che non le importava ma aveva cose più utili da fare ovvero tradurre una versione di greco e studiare. L'unica cosa che conoscevo di greco ero lo yogurt ed a 11 anni la mia preoccupazione scolastica era studiare la paginetta del sussidiario e risolvere dei problemi super difficili di matematica, quindi il catalogo non lo buttai anzi lo infilai nel mio cassetto. Me ne dimenticai per un bel po', fino ad una domenica mattina che stavo facendo del collage ed avevo bisogno delle forbici che erano dentro il cassetto. Aprendo il cassetto notai il catalogo che non si era mai mosso da lì, mi dimenticai del taglia ed incolla che stavo facendo, lo presi ed iniziai a sfogliare e leggere con attenzione pagina dopo pagina.
Colpo di fulmine. Per tutto il pomeriggio mentre mia madre, povera donna, tentava di riposare, la tormentai "Mamma mamma facciamo finta che tu sei la signora che vuole andare in vacanza ed io faccio quella che ti consiglia e fa tutto". Da quel giorno di tempo ne è passato ed io ci ho provato a fare diventare realtà quel mio sogno nel cassetto. Che è stato chiuso. Ora a 35 anni mi ritrovo di nuovo a cercare di capire cosa voglio fare da grande. Ed è veramente difficile.
Una cosa però ora la so: vorrei essere me stessa e felice per questo.


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