lunedì 27 novembre 2017

IL LAVORO E' FATTO DI SCALE

Avrei dovuto capire che il mio venerdì 25 novembre sarebbe stato Black dal fatto che Paolo Fox il giorno prima mi aveva dato 2 stellette.
Ci vuole una premessa perché voi possiate capire e cercherò di essere più breve possibile.
Essendo disocuppata è da oramai un anno che mando a raffica CV senza esito, nessuna chiamata, nessuno spiraglio, nessuno. Ma ecco che succede il "prima o poi", quello che tutte le persone che mi vogliono bene si ostinano a dirmi cercando di tirarmi su il morale, mercoledì scorso arriva una chiamata di un'azienda che opera da circa 15 anni in Torino e provincia.
«Abbiamo visionato il suo cv e riteniamo che lei possa avere i requisiti che cerchiamo. Sarebbe disponibile per un colloquio domani mattina alle ore 09,30?»
Se sono disponibile? Volo, mi ci faccio catapultare con fionda per essere già lì!
Così giovedì mattina puntualissima come i treni nipponici mi presento a questo colloquio di lavoro, colloquio atteso da tanto che mi lascia tante speranze.
Mi accoglie una giovane donna, suppongo quasi coetanea, e dopo avermi spiegato di cosa si occupa l'azienda mi delinea la figura di cui hanno bisogno: «Necessitiamo, per la nostra filiale sempre in Torino, di ben 3 figure che si dovranno occupare di coordinare il lavoro, cosa fondamentale si dovranno occupare dei contatti con le aziende a cui forniamo i servizi ed infine collaborare con il direttore. Per questo cerchiamo persone che sappiano rapportarsi con le persone. Il lavoro è un full time dalle 9,00 alle 18,00 con un'ora di pausa pranzo, dal lunedì al venerdì. Nessuna partita iva, nessun porta a porta ed inoltre non è necessario essere automuniti». Mentre mi elencava tutto ciò, dentro di me pensavo che potevo essere in grado di fare questo lavoro impiegatizio, anzi mi sembrava perfetto. Ci scambiamo una serie di opinioni e la giovane donna mi dice che vogliono mettermi alla prova e per questo il giorno dopo mi sarei dovuta di nuovo presentare presso il loro ufficio e un loro collaboratore mi avrebbe fatto vedere come si svolge il lavoro. Arrivo a casa ed armata del mio solito entusiasmo, che mi contraddistingue quando mi capitano le cose belle, preparo subito l'outfit per il giorno dopo, metto in borsa un quaderno dove avrei segnato gli appunti e vado a dormire presto per essere fresca come una rosa e concentrata per il giorno dopo.
Nonostante le 2 stellette date da Paolo Fox venerdì 25 novembre 2017 mi sveglio carica come una molla. Arrivo negli uffici di questa azienda e subito mi presentano questo valido collaboratore che mi avrebbe dovuto spiegare il lavoro. Un ragazzo sprintoso e gentile che mi mette subito a mio agio offrendomi un caffè. No, non pensate male nessuna avance o simili.
Mi dice di mettermi la giacca e di seguirlo nel parcheggio dell'azienda ed aggiunge che la "nostra" giornata di lavoro si sarebbe svolta fuori da Torino.
Rimango un attimo interdetta e faccio mente locale alle parole che mi aveva detto la giovane donna il giorno prima e purtroppo continuo a non capire cosa da lì a poca sarebbe successo.
Arrivati a destinazione, il valido collaboratore estrae la sua cartellina ed un tesserino di una nota azienda di servizi elettrici e gambe in spalla inizia a suonare a tutti i campanelli di tutti i condomini.
Sono allibita «Francesca ma come cazzo è possibile che tu non abbia capito da subito che sotto sotto c'era l'inganno?» penso fra me e me. La giornata si svolge nella piena violazione della privacy delle persone ed io appresso a questo valido collaboratore in giro per la cittadina e fare scalini su è giù per i condomini. Insomma ho camminato più velocemente di Niang nella partita Milan-Toro di ieri. Durante il rientro a Torino il giovane collaboratore mi chiede le miei impressioni ed io con tono perplesso gli faccio presente che in sede di colloquio mi era stato detto che non si trattava di un lavoro "porta a porta". Lui mi risponde «Ma non è un lavoro porta a porta...» Avrei voluto rispondergli: ma quindi suonare i campanelli di tutte le case di tutta la città, che manco i testimoni di Geova come lo chiami? Mi sono morsicata la lingua e mi sono limitata a dirgli che non mi sentivo adatta per questo tipo di lavoro.
Dopo mezz'ora rientriamo a destinazione e mi fanno accomodare in una sala d'attesa in cui c'erano altre 2 ragazze. Da altri uffici escono fanciulli in giacca e cravatta tutti felici ed entusiasti della loro giornata lavorativa. Ecco che sento il mio nome e mi fanno strada indirizzandomi in un ufficio vetrato dove un modello della Hugo Boss mi aspettava seduto alla scrivania.
Si rovolge a me dicendomi che il loro valido collaboratore mi ha valutata in modo positivo, che sono una persona dinamica. Te credo ho fatto più scale quel Black Friday che in 36 anni!
Mi dice che da lunedì alle ore 08,00 posso iniziare.
Respiro a fondo e questa volta non mi mordo la lingua: «Ma scusi inizio così senza vedere e firmare un regolare contratto lavorativo? Inoltre ieri mi era stato detto che il lavoro si sarebbe svolto in sede o nella filiale...»
«La filiale la dobbiamo ancora aprire per questo stiamo formando il personale» mi interrompe il modello di Hugo Boss.
«Dovete ancora aprirla??? Senta io non credo di essere propensa per questo lavoro che comporta irrompere nelle case della gente proponendo un servizio e facendo firmare dei contratti così al brucio. Non amo lavorare in questo modo e non amo essere ingannata. Possiedo ancora una certa etica professionale» trattendo un sano vaffanculo mi alzo e mi congendo.
Mentre attendo il bus che mi avrebbe portata a Porta Nuova, rifletto a quanto il mondo del lavoro sia cambiato ma soprattutto al fatto che aziende di questo tipo siano ancora fiorenti ed operino indisturbate sul mercato.

Sono letteralmente schifata ma confido che "prima o poi" arriverà la chiamata, quella giusta e che sì di scale ne dovrò fare ma solo per far vedere le mie capacità lavorative non per ingannare le persone.

lunedì 13 novembre 2017

MI SONO INNAMORATA DI UNO JUVENTINO




Novembre in genere è uno di quei mesi noiosi, in cui si comprano i crisantemi (tra l'altro fiori bellissimi), in cui si sbadiglia tutto il giorno e l'unico desiderio è quello di ciondolare in pigiama per tutta la casa. Forse novembre serve per ricaricare le pile in vista di dicembre che è un mese pieno di cose da fare.





A dicembre "maracaibo mare a forza nove" mentre a novembre il suono delle campane non propriamente a festa.
Che ne dite di dare al vostro novembre uno stampo indimenticabile ed irrinunciabile?
Vi do un piccolo consiglio... Voi compratelo al massimo userete le pagine per incartare i crisantemi.
❤❤


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domenica 12 novembre 2017

LE ARCATE SIAMO NOI!

Ci sono quei sabato sera a cui non puoi rinunciare nonostante il mal di testa, il ciclo mestruale ed Alberto Angela in TV. Ieri era uno di quelli, perché ieri c'era la serata "Le Arcate" un revaival dal sapore "Siamo noi".
Il motivo della riapertura della discoteca, che ha fatto la storia della Val di Susa, era per una serata di beneficenza; circa 700 biglietti venduti e quindi 700 persone dentro uno spazio grande quanto un garage. Ma poco importa perché Le Arcate sono questo!
Una serata che ti riporta di 20 anni indietro, a quando gli unici problemi erano come rimediare  quel 4 in matematica ma soprattutto se il tizio di quinta, di cui eri innamorata persa sarebbe venuto quella sera.  In realtà tu lo sapevi che sarebbe arrivato intorno a mezzanotte e mezza perché, in barba ai MilleniumBorn ed a Facebook, tu avevi già il dono dello stalkeraggio.
Ed ecco che entrando ti rechi come da prassi al guardaroba, d'improvviso il cuore inizia a batterti forte perché aspetti quel momento da quasi 20 anni: porgere il palmo della mano per farti mettere il Timbro. L' indimenticabile timbro che neppure se ti lavi la mano con l'acido andrà via perché in realtà quel marchio lo hai sempre portato dentro il cuore.
Fai il tuo ingresso trionfale con le amiche di sempre e di fronte a te nulla sembra essere cambiato: il bancone, il pavimento a scacchi neri e bianchi ed i soliti divanetti.
Ahhhh se quei divanetti potessero parlare... racconterebbero di gente seduta lì per tutta la sera, di ragazzi completamente sbronzi dopo aver bevuto vari TGV,  di limonate dure mentre Alain pompava nelle casse il meglio degli anni '90, parlerebbero di storie d'amore nate che resistono ancora dopo 20 anni.
Però il tempo  avanza inesorabilmente e te lo fa notare il giorno dopo quando hai ancora le orecchie che ti fischiano ma il cuore felice perché capisci che se hai vissuto quei momenti non solo hai dei ricordi meravigliosi ma stai invecchiando bene.