giovedì 15 agosto 2019

15 AGOSTO 1969





Brian osserva la coda chilometrica. 





Davanti a sé un'infinità di auto furgoncini moto camper tutti in fila come in una lenta processione. Al volante della sua Lincoln, sospira e con un gesto automatico si accende una "joint", fa un tiro e poi butta fuori il fumo che inonda l'abitacolo della macchina. I capelli tutti arruffati e gli occhi ancora assonnati per aver guidato per tutta la notte. Lo aveva fatto con un senso di angoscia ma al tempo stesso di liberazione, come se stesse fuggendo da qualcosa o da qualcuno e non gli apparteneva più. Susan gli era accanto. Innamorata e incosciente aveva deciso di seguirlo, di scappare con lui perché lui é per lei un "Piece of My Heart".
- Riusciremo mai ad entrare?- disse Susan guardando Brian che aveva lo sguardo fisso davanti a sé come a controllare se quel mare colorato di macchine avanzasse di qualche centimetro.
Poi aspirando del fumo disse : - E che cosa ci importa Susan. Noi siamo qui! La nazione è nel caos, uomini con ideali e con valori vengono assassinati, giovani come me vengono impiegati come soldati in una guerra inutile e trucida. Guardati intorno ed anche se non arriviamo in tempo Noi possiamo fare qualcosa, possiamo provare a cambiare le cose. Noi siamo qui! 
Allora Susan apre di colpo lo sportello della macchina, gli tende la mano ed urla: - Andiamo, corriamo verso la libertà!
Sometime I feel, like I'm almoust gone...

domenica 7 luglio 2019

LA MIA FAVIGNANA

Quando una delle mie migliori amiche mi comunicò che il 28 giugno 2019 si sarebbe sposata, oltre allo shock mischiato alla felicità, pensai che finalmente sarai andata in Sicilia. 
Nel corso dei mesi successivi alla rivelazione, con le "altre" organizzammo partenza e giorni di permanenza. Al momento della prenotazione del volo presa da un impeto del "mentro ci sono" cambiai la data di ritorno e prolungai la vacanza. La scelta cadde su Favignana.
Da sola, una vacanza tutta mia, per me. Da sola, ma in fin dei conti avrei dovuto affrontare anche questa esperienza. 
Quando comunicai alle amiche che avrei allungato e fatto le mie vacanze sull'isola, Silvia con entusiamo mi disse: "Ma con chi vai?"
"Da sola" risposi
"Oddio farai come Julia Roberts in Mangia Prega e Ama!!"
Julia Roberts o no, la mia idea era di scoprire le meraviglie dell'isola, fare come la sirenetta adagiata su uno scoglio e relax assoluto in compagnia di una buona lettura.
Arrivata sull'isola decisi di affittare una bici, ovviamente elettrica, anche perché se a Favignana non hai una bici non sei nessuno. Il primo giorno decisi di andare in esplorazione. Mi persi 189636542976 volte, così dopo essere passata per l'ennesima volta davanti ad una bella casetta con fiori viola corallo ed arancio, sbirciai il cognome sulla maiolica dipinta e la battezzai punto riferimento. Casetta bella fiori maiolica con su scritto Ponzio. Facile da ricordare, mi dissi... Pedalando, 700 metri più avanti scoprii che di belle casette con fiori viola corallo ed arancio ne era piena l'isola e che il cognome Ponzio era gettonato un po' come Pautasso a Torino. 
Arrivata in hotel, la ragazza della receptions rise nel vedermi con i capelli tutti sparacchiati ed in effetti quando mi specchiai capii il motivo: mi ero trasformata nella strega cattiva dell'ovest.
Le vesti di Francy esploratrice non fanno per me.
Nei miei innumerevoli giri in bici scovai una caletta con degli scogli. Faceva al caso mio: piccina, poca gente e acqua limpida. Si vedevano i pescetti e a me quelle craturine acquatiche hanno sempre fatto un po' impressione. Ma la voglia di tuffarmi in quel mare incantevole superò la diffidenza nei pescetti così infilai le scarpette e zompettando sugli scogli trovai un punto dove immergermi.
Splash, proprio come Ariel. Nell'emergere dall'acqua mi accorsi di aver perso una scarpetta, la vidi che andò a fondo sempre più giù e non riuscii più a recuperarla. Panico. Tanto panico. Ed ora come si fa per ritornare a riva? Sentii i pescetti che mi giravano attorno, o forse era solo suggestione, sta di fatto che inizia ad agitarmi nell'acqua e più che una sirena parevo un'orca assassina. Con fatica mi aggrappai allo scoglio e piano piano tornai alla spiaggetta, con una sola scarpa.
Le vesti di sirenetta Francy non fanno per me.
Nei giorni successivi scelsi il relax in una spiaggetta più sabbiosa. Adagiai il importante lato B sul bagnoasciuga, distesa a farmi accarezzare dalle onde e baciata dai raggi del sole mi sentivo proprio bene. Poi d'un tratto delle braccia mi avvolgono il collo. Mi volto di scatto ed eccolo: biondo con gli occhi azzurri che mi guarda e mi chiama: "Mamma". Pensai che si fosse perso, ma dal fondo della spiaggia sentii urlare "Pietro lascia stare la signora" era la sua mamma, alta magra bionda e con gli occhi azzurri. Ancora adesso non mi capacito di come possa avermi scambiato per la sua mamma. Ad ogni modo a Pietro non interessava ritornare sotto l'ombrellone, lui voleva stare con me, e così per tutta la mattina facemmo buche nella sabbia, castelli e formine. Pietro ed io ci divertimmo io ero felice e lui mi sussurava frasi nel suo linguaggio di bimbo di 20 mesi (l'età lo ha detto la sua mamma ed io lascio a voi commutare in anni). 
Dopo pranzo ci perdemmo un attimo di vista, lui a casa ed io sotto l'ombrellone a farmi una pennichella. Svegliata dal mio stesso russare, mi guardai intorno ed all'orizzonte vidi Pietro. Mi stava di sicuro aspettando. Così lo raggiunsi pronta per altre costruzioni sabbiose ma lui mi aveva già sostituito con Clara, una brunetta con occhi vispi e pannolino rosa. Non potevo competere.
Le vesti di Francy cuccatrice non fanno per me. 
Alla luce dei fatti e alla fine di questa mia vacanza da sola posso dire che come Julia Roberts magnato ho magnato, pregato uhuh peccaritá, amato... ho amato. 
Ho amato ogni stradina sterrata in cui mi sono persa, ho amato il vento che mi spettinava i capelli, ho amato il sole che picchiava e che mi ha ustionato i piedi e le gambe, ho amato persino i pescetti che mentre nuotavo mi circondavano. Ma soprattutto ho amato me stessa.
Finalmente!
Ora sto per imbarcarmi sull'aereo che mi riporterà a casa con una consapevolezza in più e la certezza di poter amare in modo completo.
Mi trovi all'aeroporto agli arrivi, io sono pronta! 



sabato 4 maggio 2019

OLTRE LE NUVOLE




04 maggio 1949
04maggio 2019
Solo il fato li vinse






«Ragazzi... ragazzi, è ora! Su su correte!»
I ragazzi erano così presi dal gioco che non si accorsero che si erano fatte quasi le 17. 
Mancava un quarto d'ora alla fine della partita e stavano per battere un calcio d'angolo, ma al richiamo di Pietro si interruppero subito, lasciando rotolare la pesante palla di cuoio verso la linea di fondo.
Pietro disse loro di guardare in basso, indicando dei puntini lontani che erano saliti al colle. 
Laggiù, sotto le nuvole, si vedeva un solo colore. 
Unico.
Fiero.
Granata.
«Vi amano tanto» commentò nel vedere quell'ammasso di gente.
«In questi anni non hanno mai smesso di farlo» disse Bacigalupo cercando di ricordarsi quanti ne fossero trascorsi da che loro capitarano lassù.
«Sono settanta, Valerio!» affermò Pietro
«Settantaaaaa» ripeterono i ragazzi in coro e con tono quasi stupito.
Capitan Valentino era silenzioso, con la fronte leggermente corrucciata e con aria persino pensierosa volgeva fisso lo sguardo laggiù a quella folla che racchiudeva in sé un miscuglio di sentimenti, desideri e valori. 
Ma era lì per una unica ragione: il Grande Torino. 
«Da quando siete quassù, nulla fu più come prima nel cuore di molti» disse Pietro «Ma avete trasmesso e tramandato un qualcosa di inspiegabile»
«Eppure giocavamo solo a calcio» rispose Gabetto.
«E la maggior parte di loro non ci ha mai visto, mai conosciuto» aggiunse Ossola.
«Ragazzi Voi eravate la rinascita dopo lo sgretolamento, eravate la riscossa dopo la sconfitta, eravate gioia dopo la tristezza, eravate sacrificio dopo egoismo. Eravate dei semplici ragazzi ma con la vostra forza di volontà, la dedizione ed anche la golardia avete reso un paese frantumanto in un paese con speranze nel futuro. Eravate degli 
EROI».
«In questi 70 anni di cose ne sono cambiate, forse anche troppe ma laggiù c'è ancora qualcuno che ci crede. E finché ci sarà, allora le speranze non saranno mai vane ed oltrepassare l'ostacolo può essere più facile se si usa il cuore» affermò fiero il Capitano. 
«Ragazzi ci sarete sempre perché voi siete IMMORTALI!» rispose Pietro.
Ma ecco che timido sole fece capolino oltre le nuvole ed illuminó tutto il colle. 
Ore 17:03 Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti, Giulio Schubert; gli allenatori Egri Erbstein, Leslie Levesley, il massaggiatore Ottavio Cortina con i dirigenti Arnaldo Agnisetta, Andrea Bonaiuti ed Ippolito Civallerigiornalisti; giornalisti sportivi italiani Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport), Renato Tosatti (Gazzetta del Popolo) e Luigi Cavallero (La Stampa); i membri dell’equipaggio Pierluigi Meroni, Celeste D’Inca, Celeste Biancardi e Antonio Pangrazi. 
Poi il silenzio.
All'improvviso Mazzola si rimboccó le maniche ed urlò ai suoi compagni: «Ragazzi alla fine della partita manca ancora un quarto d'ora, avanti é il nostro momento!»
I ragazzi si guardarono, sorrisero e correndo seguirono Mazzola che li aspettava già al campo.
«Si Capitano. È il nostro momento!»
Sempre lo sarà, in ogni dove ❤

giovedì 14 febbraio 2019

BUON SAN VALENTINO!




Tempo fa,  il bimbo di una mia amica mi regalò dei cerotti a forma di cuore dicendomi che magari mi sarebbero serviti e che così sarei potuta guarire.





Me lo disse sbatacchiando gli occhioni azzurri ed abbracciandomi.  Mentre li mettevo nella tasca della borsa pensai "ah se bastassero dei cerotti a curare il mio cuore sarebbe tutto più facile..." Quante promesse gli ho fatto e non ho mantenuto, quante parole che non ho avuto mai il coraggio di dire che sono racchiuse lì in fondo e quanti silenzi gli ho fatto sentire. Povero mio cuore, che ancora ha voglia,  che ancora desidera, che ancora scalpita.  Eppure io a quegli squarci ci tengo e li lascio lì che mi ricordano quello che sono stata e mi aiutano a capire quello che non voglio. In modo costante ho voluto costruire una barriera infrangibile ma solo il tempo mi ha fatto comprendere che sbagliavo perché queste "ferite" sono parte di me e sono sicura che un giorno arriverà chi se ne fregherà del perché se ne stanno lí aperte ed avrai il coraggio di prendermi per mano, farmi capire che il passato è solo passato e che la realtà del tempo potrebbe essere diversa insieme dandole un senso solo se ci lasceremo immergere nelle sensazioni del presente per poi immaginare un futuro nei nostri occhi. Perché l'amore è bello ma amare è anche di più.
Buon San Valentino a tutti ❤❤❤