lunedì 11 dicembre 2017

STORIE DI NORMALE DISOCCUPAZIONE

Essere disoccupato è un po' come quelle persone che d'inverno di prima mattina hanno le ascelle marce e nonostante il giaccone riesci a percepire odori molesti ed inodorabili.
Insomma essere disoccupati fa schifo ma schifo schifo.
Le prime due settimane le prendi come il riposo che aspettavi, una specie di vacanza meritata ma senza prenotare un viaggio per andare via e spiaggiarsi in qualche isola caraibica. Esci la sera e fai tardi come se fosse sempre sabato anche se il giorno dopo è mercoledì. Quindi la mattina dormi fino alle 10 restando avvolta nel piumone ancora quei famosi 5 minuti, fai colazione tardi e poi ciondoli tutto il giorno tra il letto ed il divano nel tuo pigiama con i gatti che si sposa perfettamente con il tuo status di single perché gattara no ma pigiama coi gatti si.
Poi arriva la terza settimana e decidi di dedicarti alla visione dei programmi pomeridiani che le TV ti propinano. Dalla mattina alla sera si parla di cibo, di cose che accadano dentro un armadio, di gente che ammazza gente e viene intervista da Barbara D'Urso, ragazzi che cantano e ballano, Champions ed Europa League ma tanto tu tifi Toro. Perfino la pubblicità del mulino bianco non è più la stessa senza Banderas e la gallina, ora con questi due personaggi nuovi è una tale noia: lei infarina e fa biscotti invece lui che... ma esattamente Pasotti cosa fa? Io non l'ho mica capito e a dirla tutta spero che fra questi due succeda qualcosa di innovativo arrivi il coupe de teatre, tipo che lui di nascosto nella farina ci metta l'olio di palma ed arrivano i Nas a fare un controllo scoprendo così l'ingrediente dannoso, arrestando così Pasotti.
Tedio tedio tedio.
Allora ti colleghi su Facebook e scorri la tua bacheca fino al 2008 pensando "oh santo cielo" ma constati che sei coerente con il tuo essere sempre la solita cazzara di quasi 10 anni fa. Sbirci le foto di altri e leggi le cose che postano, insomma ti alleni allo stalkeraggio becero.
Ecco che il social ti propone quesi test dall'alto spessore culturale e tu presa dalla frenesia inizi a farli a raffica: «Quale colore ti rappresenta», «Che nome avrà il tuo futuro amore», «Cosa ti porterà il 2018», «Quale sarà la tua migliore amica per sempre», «Dove incontrerai la tua anima gemella» e dalla risposta "in palestra" mi viene un forte dubbio che questi test non siano tanto attendibili.
Diciamo che oramai hai le ovaie grosse come il parco Serengeti, che ti sei riposata a sufficienza e vorresti togliere il pigiama e mettere i pantaloni nuovi, quelli che non ti fanno il culo troppo grosso e la camicetta azzurra che ti sei comprata l'anno scorso e non hai mai indossato.
Ma per andare dove?
Da nessuna parte perché tu non hai un lavoro e cosa ancora più deprimente, nonostante i 3000 cv inviati nessuno ti chiama. E sì perché passi le giornate a spedire curriculum a tutti. Dal supermercato alle ferrovie dello stato private e quelle dello spazio, dal negozio di abbigliamento al sexy shop.

Lo mandi anche Paolo Brosio con la speranza che nel suo prossimo viaggio a Medjugorje chieda una raccomandazione a chi di dovere e che avvenga il miracolo dell'assunzione chissà magari nel nel negozio di articoli zozzi dove potresti fare una cazzo di carriera!

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