Avrei dovuto capire che
il mio venerdì 25 novembre sarebbe stato Black dal fatto che Paolo
Fox il giorno prima mi aveva dato 2 stellette.
Ci vuole una premessa
perché voi possiate capire e cercherò di essere più breve
possibile.
Essendo disocuppata è da
oramai un anno che mando a raffica CV senza esito, nessuna chiamata,
nessuno spiraglio, nessuno. Ma ecco che succede il "prima o
poi", quello che tutte le persone che mi vogliono bene si
ostinano a dirmi cercando di tirarmi su il morale, mercoledì scorso
arriva una chiamata di un'azienda che opera da circa 15 anni in
Torino e provincia.
«Abbiamo visionato il
suo cv e riteniamo che lei possa avere i requisiti che cerchiamo.
Sarebbe disponibile per un colloquio domani mattina alle ore 09,30?»
Se sono disponibile?
Volo, mi ci faccio catapultare con fionda per essere già lì!
Così giovedì mattina
puntualissima come i treni nipponici mi presento a questo colloquio
di lavoro, colloquio atteso da tanto che mi lascia tante speranze.
Mi accoglie una giovane
donna, suppongo quasi coetanea, e dopo avermi spiegato di cosa si
occupa l'azienda mi delinea la figura di cui hanno bisogno:
«Necessitiamo, per la nostra filiale sempre in Torino, di ben 3
figure che si dovranno occupare di coordinare il lavoro, cosa
fondamentale si dovranno occupare dei contatti con le aziende a cui
forniamo i servizi ed infine collaborare con il direttore. Per questo
cerchiamo persone che sappiano rapportarsi con le persone. Il lavoro
è un full time dalle 9,00 alle 18,00 con un'ora di pausa pranzo, dal
lunedì al venerdì. Nessuna partita iva, nessun porta a porta ed
inoltre non è necessario essere automuniti». Mentre mi elencava
tutto ciò, dentro di me pensavo che potevo essere in grado di fare
questo lavoro impiegatizio, anzi mi sembrava perfetto. Ci scambiamo
una serie di opinioni e la giovane donna mi dice che vogliono
mettermi alla prova e per questo il giorno dopo mi sarei dovuta di
nuovo presentare presso il loro ufficio e un loro collaboratore mi
avrebbe fatto vedere come si svolge il lavoro. Arrivo a casa ed
armata del mio solito entusiasmo, che mi contraddistingue quando mi
capitano le cose belle, preparo subito l'outfit per il giorno dopo,
metto in borsa un quaderno dove avrei segnato gli appunti e vado a
dormire presto per essere fresca come una rosa e concentrata per il
giorno dopo.
Nonostante le 2 stellette
date da Paolo Fox venerdì 25 novembre 2017 mi sveglio carica come
una molla. Arrivo negli uffici di questa azienda e subito mi
presentano questo valido collaboratore che mi avrebbe dovuto spiegare
il lavoro. Un ragazzo sprintoso e gentile che mi mette subito a mio
agio offrendomi un caffè. No, non pensate male nessuna avance o
simili.
Mi dice di mettermi la
giacca e di seguirlo nel parcheggio dell'azienda ed aggiunge che la
"nostra" giornata di lavoro si sarebbe svolta fuori da
Torino.
Rimango un attimo
interdetta e faccio mente locale alle parole che mi aveva detto la
giovane donna il giorno prima e purtroppo continuo a non capire cosa
da lì a poca sarebbe successo.
Arrivati a destinazione,
il valido collaboratore estrae la sua cartellina ed un tesserino di
una nota azienda di servizi elettrici e gambe in spalla inizia a
suonare a tutti i campanelli di tutti i condomini.
Sono allibita «Francesca
ma come cazzo è possibile che tu non abbia capito da subito che
sotto sotto c'era l'inganno?» penso fra me e me. La giornata si
svolge nella piena violazione della privacy delle persone ed io
appresso a questo valido collaboratore in giro per la cittadina e
fare scalini su è giù per i condomini. Insomma ho camminato più
velocemente di Niang nella partita Milan-Toro di ieri. Durante il
rientro a Torino il giovane collaboratore mi chiede le miei
impressioni ed io con tono perplesso gli faccio presente che in sede
di colloquio mi era stato detto che non si trattava di un lavoro
"porta a porta". Lui mi risponde «Ma non è un lavoro
porta a porta...» Avrei voluto rispondergli: ma quindi suonare i
campanelli di tutte le case di tutta la città, che manco i testimoni
di Geova come lo chiami? Mi sono morsicata la lingua e mi sono
limitata a dirgli che non mi sentivo adatta per questo tipo di
lavoro.
Dopo mezz'ora rientriamo
a destinazione e mi fanno accomodare in una sala d'attesa in cui
c'erano altre 2 ragazze. Da altri uffici escono fanciulli in giacca e
cravatta tutti felici ed entusiasti della loro giornata lavorativa.
Ecco che sento il mio nome e mi fanno strada indirizzandomi in un
ufficio vetrato dove un modello della Hugo Boss mi aspettava seduto
alla scrivania.
Si rovolge a me dicendomi
che il loro valido collaboratore mi ha valutata in modo positivo, che
sono una persona dinamica. Te credo ho fatto più scale quel Black
Friday che in 36 anni!
Mi dice che da lunedì
alle ore 08,00 posso iniziare.
Respiro a fondo e questa
volta non mi mordo la lingua: «Ma scusi inizio così senza vedere e
firmare un regolare contratto lavorativo? Inoltre ieri mi era stato
detto che il lavoro si sarebbe svolto in sede o nella filiale...»
«La filiale la dobbiamo
ancora aprire per questo stiamo formando il personale» mi interrompe
il modello di Hugo Boss.
«Dovete ancora
aprirla??? Senta io non credo di essere propensa per questo lavoro
che comporta irrompere nelle case della gente proponendo un servizio
e facendo firmare dei contratti così al brucio. Non amo lavorare in
questo modo e non amo essere ingannata. Possiedo ancora una certa
etica professionale» trattendo un sano vaffanculo mi alzo e mi
congendo.
Mentre attendo il bus che
mi avrebbe portata a Porta Nuova, rifletto a quanto il mondo del
lavoro sia cambiato ma soprattutto al fatto che aziende di questo
tipo siano ancora fiorenti ed operino indisturbate sul mercato.
Sono letteralmente
schifata ma confido che "prima o poi" arriverà la
chiamata, quella giusta e che sì di scale ne dovrò fare ma solo per
far vedere le mie capacità lavorative non per ingannare le persone.